Correlazione tra virus di Lassa e Tumori Odontogeni

Correlazione tra virus di Lassa e Tumori Odontogeni

Domani, 26 giugno, alle ore 12:40 presso l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI) si terrà un convegno intitolato “Global Health ed esperienza missionaria in Africa: nuova prospettiva sanitaria alla luce del Giubileo del 2025”. L’evento avrà luogo nell’Aula Cavalieri dell’IDI e ospiterà la partecipazione di esperti del settore, con il saluto del Presidente della Fondazione Luigi Maria Monti, Rev.mo P. Giuseppe Pusceddu, e del Direttore Sanitario dell’IDI, dott.ssa Annarita Panebianco.
L’incontro vedrà un’importante focus sugli sviluppi di una ricerca che mette in correlazione il virus di Lassa e i tumori Odontogeni.

Correlazione tra virus di Lassa e Tumori Odontogeni

 

 

Introduzione alla ricerca

L’osservazione di un numero insolitamente alto di casi di tumori odontogeni fibro-ossei (come fibroma ossificante, ameloblastoma, displasia fibrosa e fibromixoma odontogeno) al Saint Mary’s Hospital di Lacor, a Gulu, nel Nord Uganda, ha avviato questa ricerca. Questi tumori, considerati benigni, sono rari nei Paesi sviluppati, ma mostrano un’incidenza sorprendente nei Paesi in via di sviluppo. Spesso, questi tumori originano senza causa apparente e sono soggetti a frequenti recidive. Se non trattati, possono evolvere in carcinomi, soprattutto nelle ossa alveolari edentule, suggerendo una possibile origine ossea oltre che odontogena.

 

Incidenza nei Paesi in via di Sviluppo

Secondo l’OMS, i tumori odontogeni fibro-ossei sono estremamente rari nei Paesi sviluppati, ma sono più comuni nei Paesi in via di sviluppo, dove però i dati sono scarsi a causa della mancanza di registrazione dei casi o di esami istologici. Questi tumori colpiscono soprattutto il volto di bambini e giovani adulti, e l’intervento chirurgico lascia spesso deformità facciali, condannando i pazienti all’isolamento sociale.

Si ipotizza che possano originare dal legamento parodontale dei denti in seguito a traumi o influenze ormonali, ma ciò non spiega i numerosi casi osservati in Uganda e in altri Paesi poveri. L’eziologia di questi tumori rimane sconosciuta, rappresentando una sfida sia diagnostica che terapeutica.

 

Correlazione tra virus di Lassa e Tumori Odontogeni

 

 

Studio e osservazioni cliniche

Lo studio mira a correlare i casi di tumori fibro-ossei registrati al Saint Mary’s Hospital e all’Ospedale Universitario di Mulago di Kampala con un possibile agente eziologico: l’Arenavirus, un virus zoonotico presente quotidianamente nella popolazione locale.

Nei villaggi dell’Uganda e dell’Africa equatoriale, la popolazione vive in capanne a stretto contatto con il suolo, dormendo su stuoie e bevendo acqua contaminata di pozzi o stagni, usata anche per cucinare e per le abluzioni giornaliere.

L’acqua può essere facilmente contaminata da urine e feci di ratti, e i ratti stessi sono spesso consumati crudi o cotti in modo approssimativo. Inoltre, vi è una credenza popolare che porta a sciogliere l’urina e le feci di ratto nell’acqua da bere, considerata terapeutica per varie malattie.

 

Possibile correlazione con l’Arenavirus

Le etnie che consumano ratti e altre specie selvatiche come serpenti e pipistrelli sembrano essere più colpite da questi tumori. Testimonianze di infermieri in Uganda riportano una frequenza sospettosamente alta di questi tumori nei villaggi vicino a miniere colonizzate da pipistrelli. Negli ultimi cinque anni, sono stati analizzati 29 campioni biologici di tumore prelevati da giovani pazienti della R.D. del Congo, esaminandoli tramite PCR presso l’Università di Kinshasa. In tutti i campioni è stato trovato il virus di Lassa, un tipo di Arenavirus, presente anche nei tessuti apparentemente sani circostanti al tumore, suggerendo che la riattivazione del virus latente possa essere la causa delle recidive.

 

Implicazioni della scoperta

Questa scoperta ha portato a ipotizzare che il virus di Lassa possa essere un nuovo oncovirus. Due articoli scientifici recenti supportano questa ipotesi:

  • “Lassa fever and carcinogenesis: emerging as new areas of concern in clinical surgery” (International Journal of Surgery: Global Health, Novembre 2023).
  • “Lassa fever and tumor: A new concern in clinical surgery” (Formosan Journal of Surgery, Maggio-Giugno 2023).

La ricerca è tuttora in corso con l’obiettivo di incrementare la raccolta di campioni, eseguire test PCR e sequenziare il virus per proporre un’ipotesi ben fondata di causa patogenetica da Arenavirus dei tumori odontogeni fibro-ossei presenti in Africa sub-Sahariana. L’osservazione diretta e la conoscenza delle abitudini culturali, alimentari e sociali delle etnie africane sono fondamentali per perfezionare una terapia medica che possa salvare molte vite.

 

Testimonianze e considerazioni finali

In Uganda, queste neoplasie colpiscono soprattutto giovani e adulti. Al Saint Mary’s Lacor Hospital, il ricercatore Marco De Feo ha incontrato Lina Lowal, una bambina di 7 anni con un rigonfiamento sul lato destro del viso. Lina è stata operata sei volte nel corso di sei anni, ma è morta a 13 anni. La storia di Lina è simile a molte altre, quasi tutte finite tragicamente. “La mia può sembrare una ricerca bizzarra e forse lo è. Mi sento un po’ come don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento,” ha spiegato De Feo.

È probabile che il virus trovato in Africa sia genotipicamente diverso da quelli in altre regioni come Thailandia, Filippine o America Latina. Il prossimo passo sarà la genotipizzazione del virus per comprenderne meglio le caratteristiche.

Daniele Giusti, medico e segretario generale dei missionari comboniani, ha ricordato come il cibo scarseggia e come i topi e gli insetti diventano una parte importante della dieta in Africa. Questo contesto culturale e alimentare potrebbe avere un ruolo significativo nella diffusione del virus e nella correlazione con i tumori odontogeni.

Giuseppe Piccinni, direttore della Microbiologia e Virologia presso l’IRCCS IDI, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta. Il virus di Lassa, un arenavirus zoonotico, potrebbe essere un nuovo oncovirus. La ricerca continua, con l’obiettivo di trovare terapie mediche efficaci e, eventualmente, sviluppare un vaccino.

 

La strada verso la scoperta di un vaccino è lunga e complessa, richiedendo una cooperazione internazionale e la rimozione di barriere burocratiche. Tuttavia, il lavoro in corso rappresenta una speranza per il futuro nella lotta contro queste malattie. La comprensione delle abitudini culturali e delle condizioni ambientali locali è cruciale per sviluppare strategie di prevenzione e trattamento efficaci.