Insetti commestibili: soluzione alimentare e rischio allergie

Uno studio dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, portato avanti dal Dott. Enrico Scala (Direttore Unità Semplice Allergologia Molecolare), pubblicato su JIACI – journal of allergy and clinical immunology, evidenza il rischio di sviluppare allergie legato al crescente consumo degli insetti commestibili.

Con la prevista crescita della popolazione mondiale fino a 9-11 miliardi entro il 2050, garantire un adeguato sostentamento diventerà sempre più difficile. Di fronte alla scarsità e alle difficoltà nella produzione delle risorse alimentari tradizionali, si sta concentrando l’attenzione su fonti alternative e sostenibili.

 

Insetti commestibili 

Gli insetti commestibili, ricchi di proteine e nutrienti essenziali, stanno emergendo come una possibile soluzione per affrontare le preoccupazioni legate alla sicurezza alimentare globale.

Attualmente, oltre 2 miliardi di persone nel mondo includono regolarmente insetti nella propria dieta, consumando più di 2.000 specie diverse. Questi insetti sono apprezzati per il loro significativo valore nutrizionale, il basso impatto ambientale e il processo di produzione altamente efficiente.

A differenza del bestiame tradizionale, richiedono minori risorse come acqua e terra, rendendoli una fonte alimentare sostenibile e promettente per il futuro.

 

Problemi e potenziali 

Tuttavia, in Europa gli insetti sono considerati “novel food” a causa del loro limitato consumo storico all’interno dell’Unione Europea. Sorprendentemente, molti consumano già insetti involontariamente, poiché integrati nella produzione di vari alimenti come cereali e pomodori. Alcuni paesi dell’UE, come Paesi Bassi, Belgio e recentemente l’Italia, hanno riconosciuto il potenziale dei prodotti a base di insetti e li commercializzano da alcuni anni.

Nonostante i numerosi benefici, il consumo di insetti presenta dei rischi. Studi riportano casi di reazioni avverse, inclusa l’anafilassi, scatenate dall’ingestione di insetti. Data l’interesse crescente verso le diete a base di insetti, diventa fondamentale comprendere la diffusione e la natura di tali reazioni.

Lo studio portato avanti dall’Istituto Dermopatico dell’Immacolata e recentemente pubblicato ha esaminato la sensibilizzazione mediata da IgE (immunoglobuline) a tre insetti: grillo, locusta migratoria e verme maggiore della farina (Tenebrio molitor). Su oltre duemila soggetti valutati con metodica proteomica, 195 hanno mostrato  una reattività IgE ad almeno uno degli estratti di insetti testati.

È interessante notare che la maggior parte della popolazione studiata ha mostrato reattività ai grilli e ai Tenebrio molitor, mentre una percentuale inferiore ha mostrato reattività alle locuste.

Sorprendentemente, nessuno degli individui risultati positivi alla sensibilizzazione aveva consumato consapevolmente insetti commestibili in passato.

Sebbene alcuni avessero avuto reazioni allergiche a molluschi o crostacei, più della metà degli individui testati non ha riportato reazioni avverse dopo aver consumato questi alimenti. Lo studio sottolinea l’importanza di approfondire le conoscenze sulle reazioni allergiche agli insetti, considerando le differenze immunologiche rispetto ad altre allergie.

Garantire la sicurezza e il benessere dei consumatori è cruciale mentre esploriamo il futuro delle fonti alimentari sostenibili e alternative.